Una volta era sempre Natale. Quando ci si salutava, accomiatandosi, si diceva sempre una frase d'augurio: “Tante buone (o care) cose (a lei e alla sua famiglia)”; che più o meno stava a significare:“che possiate ricevere tanti doni da Dio o dal destino”.
Buon augurio significa infatti: Desiderio di bene o di felicità per altri sul piano della solidarietà, della fiducia e speranza comuni, spesso solo per cortesia nell'ambito di convenzioni sociali. Con il tempo la formula divenne sempre meno utilizzata per il suo primo significato e sempre più utilizzata in maniera per l'appunto convenzionale o farisaica perché ormai l'amore per il prossimo, quello sentito sinceramente, non esisteva più e non esisteva neanche più la famiglia per come la si intendeva ai tempi di Matusalemme. Ai tempi nostri non si usa quasi più del tutto.
Ecco per una volta vorrei cercare di essere serio e augurare a tutti tante buone cose, vorrei invitare tutte le nostre atlete ed i nostri atleti, aldilà del loro credo politico e religioso, a riflettere, nel tempo della nascita di Gesù, sul grande dono, tra gli altri, che hanno ricevuto: la possibilità di fare dello sport.
Dico dono e anche privilegio, perché non sempre tutto ciò a cui l'uomo ha diritto viene a lui concesso; si parte dalle cose primarie come la dignità umana, la libertà, l'accesso alle risorse del pianeta (prima tra tutte l'acqua), il diritto al lavoro ed alla sua giusta ricompensa, per poi giungere a cose che solo in apparenza non sembrano primarie come il diritto (ed anche il dovere) di mantenere sano il proprio corpo con l'attività fisica e sportiva.
Tutti, credenti e non, siamo concordi nell'affermare che la mente ed il corpo vadano curati in pari misura, senza arrivare agli eccessi dell'intelletto superbo o dell'esagerato culto della bellezza e della perfezione corporea.
Voi, cari atleti, soprattutto voi giovani e giovanissime, avete avuto la possibilità, a differenza di tanti altri vostri coetanei che vivono in situazioni disumane (guerre, esodi, mancanza di cibo e di acqua e di tanto altro), di poter accedere allo sport.
Ricordate quindi sempre, nelle ore di allenamento e durante le partite , questo privilegio che vi è stato concesso e ricordatevi di rispettare sempre il vostro corpo come la vostra mente.
Affrontate con serietà e gioia i sacrifici e gli sforzi, non tanto per raggiungere vittorie materiali ed effimere, ma per il dovere di crescere sani voi affinché possiate un domani insegnare gli stessi valori ai vostri figli e per lottare sempre nella partita più dura che è quella di lottare sempre affinché domani possa esistere un mondo migliore e tutti possano avere quello che voi avete ora (anche se non avete molto; ma questa è un'altra storia...)
Tante buone cose a voi e ossequi ai vostri genitori.
fidel